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Greenwashing: la falsa pubblicità green difficile da prevenire e curare

Greenwashing: la falsa pubblicità green difficile da prevenire e e curare

Il Greenwashing è un fenomeno nato negli anni ‘70-’80 in America, oggi purtroppo diffuso in tutto il mondo. Il termine deriva da un’espressione anglosassone già esistente (“whitewashing”) che significava, riferita al mondo politico, un tentativo deliberato di nascondere fatti negativi omettendoli o negandoli.

Il termine Greenwashing, coniato poi attorno al 1990, indica perciò l’ingiustificata appropriazione di virtù ambientaliste da parte di aziende, industrie o organizzazioni, finalizzata alla creazione di un’immagine positiva delle proprie attività (o prodotti) per distogliere l’attenzione dalle responsabilità nei confronti degli impatti ambientali negativi delle stesse.

Greenwashing nel mondo

Esistono più casi di Greenwashing al mondo identificati e diventati un esempio da non seguire: case automobilistiche, catene alberghiere, produttori di cosmetici, banche, servizi energetici, prodotti alimentari e molti altri ancora.

Fin dalle sue origini il fenomeno Greenwashing è riuscito a distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dei media dall’impatto ambientale negativo di alcune attività produttive. Nel 1991 uno studio ha rilevato che i 58% degli annunci ambientali ha avuto almeno un reclamo ingannevole. Nel 2010 un altro studio dichiarò che il 95% dei prodotti di consumo dichiarati green al mondo non lo era del tutto.

Greenwashing in Italia

In Italia associazioni ambientaliste, consumatori e aziende effettuano frequenti segnalazioni di greenwashing ma fino al 2014 non esisteva una vera norma che potesse contrastare questo fenomeno.

Erano stati definiti i “peccati del greenwashing”: l’omessa infrazione, la mancanza di prove, la vaghezza, l’irrilevanza, il minore dei mali, le false dichiarazioni e la falsa etichetta .

Dal 27 marzo 2014 è entrato in vigore un nuovo articolo – Art. 12 – Tutela dell’ambiente naturale - del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale che

frena, di fatto, il greenwashing.

La comunicazione commerciale che dichiari o evochi benefici di carattere ambientale o ecologico deve basarsi su dati veritieri, pertinenti e scientificamente verificabili. Tale comunicazione deve consentire di comprendere chiaramente a quale aspetto del prodotto o dell’attività pubblicizzata i benefici vantati si riferiscono.”

Esiste da tempo però il concetto generale di “pubblicità ingannevole”, che viene sanzionata dall’Antitrust. Nei casi più gravi, quando si configurano vere e proprie truffe, interviene invece la Magistratura.

Greenwashing e consumatori

Il fenomeno del Greenwashing non accenna a diminuire. Il fenomeno, oltre a danneggiare l’ambiente, crea confusione e alimenta la sfiducia nei confronti delle realtà veramente green. Alla base di ciò c’è la mancanza di conoscenza e un approccio superficiale dei consumatori di fronte al tema ecologia.

Formarsi e informarsi rimane alla base di una scelta consapevole e responsabile sia a livello personale che aziendale!

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