
In occasione degli Stati Generali della Green Economy, la cui V edizione si è svolta l’8 e il 9 novembre nell’ambito della manifestazione Ecomondo 2016, è nato il decalogo verde: 10 regole fondamentali per attuare uno sviluppo sostenibile dell’economia italiana.
L’obiettivo è, in primo luogo, attuare l’Accordo di Parigi sul clima (discusso recentemente in occasione della Cop22) e investire sempre più in risorse green. Il Consiglio Nazionale della Green Economy ritiene che le 10 regole green siano indispensabili per attivare uno sviluppo durevole e la ripresa dell’occupazione nazionale.
Nuovi sviluppi in direzione green
Al fine di un rilancio del benessere, della qualità ambientale e dell’occupazione italiani, ecco nascere la necessità di attuare nuove idee, progettare nuovi servizi e realizzare nuovi beni e prodotti. Tutto questo è possibile tradurlo in un nuovo concetto di Green Economy dal quale scaturisce il nuovo Piano Nazionale industria 4.0: motore di sviluppo e innovazione che ha l’obiettivo di rilanciare le imprese italiane.
Non solo l’attuazione dell’Accordo di Parigi sul clima (1° regola del decalogo), ma la definizione di una nuova strategia nazionale attraverso un Fondo per la transizione energetica alimentato dalla ricollocazione dei sussidi dannosi all’ambiente e da una carbon tax.
Il decalogo verde: per uno sviluppo sostenibile italiano
Tagliare le emissioni di gas serra del 50%, ridurre i consumi energetici del 40% e soddisfare il 35% del consumo finale lordo di energia con fonti rinnovabili...i punti del decalogo verde per uno sviluppo sostenibile in Italia riguardano anche il miglioramento delle infrastrutture per il riciclo dei rifiuti e il divieto (dal 2030) dell’immatricolazione di auto a benzina e diesel.
Sostenere l’impegno dell’Italia per l’attuazione dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile significa:
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Aggiornare la strategia nazionale ogni tre anni e risvegliare gli obiettivi della green economy
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Sostenere politiche finanziarie e fiscali in direzione green incentivando gli operatori finanziari a investire in sostenibilità attraverso una riforma fiscali ecologica
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Promuovere strumenti di contabilità non finanziaria per indirizzare le imprese alla valorizzazione dei capitali naturali (estendendo la rendicontazione a Comuni, Regioni e Stato)
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Potenziare gli strumenti per lo sviluppo di start up green grazie a procedure più veloci, facile accesso ai finanziamenti, istituendo un Osservatorio e sviluppando acceleratori dedicati
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Implementare e diffondere il marchio Made green in Italy nel settore agroalimentare, testimoniando l’origine controllata dei prodotti e un efficace sistema di controllo
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Sostenere una rapida definizione e il recepimento del nuovo pacchetto delle direttive europee sulla circular economy per i rifiuti, puntando sulla raccolta differenziata e minimizzando il ricorso alla discarica
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Riformare i servizi idrici per accompagnarsi all’adattamento climatico, facendo uso appropriato delle risorse e incentivando il riciclo
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Sviluppare politiche e misure per una mobilità sostenibile, diffondendo il divieto di immatricolazione di auto a benzina e diesel (dal 2030), incentivando l’alimentazione elettrica, ibrida, da biocarburanti e gas e incoraggiando la sharing mobility